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Un complesso percorso verso l’autonomia: dal pannolino alle mutandine

Blog » Parola agli esperti » Un complesso percorso verso l’autonomia: dal pannolino alle mutandine

Un complesso percorso verso l’autonomia: dal pannolino alle mutandine

16/02/2017

Parola agli esperti

Il passaggio dal pannolino alle mutandine è un passaggio molto delicato per il bambino.
Esso può essere affrontato positivamente solo quando ci sono già queste tappe evolutive: - la maturazione fisiologica (si fa riferimento allo sviluppo della muscolatura della vescica e dell’intestino); - la maturazione mentale, ossia la conoscenza e la comprensione del proprio corpo, il riconoscimento della pipì e della popò, la conoscenza e il riconoscimento dello spazio dove prendersi cura di sé; - la maturazione emotiva, che si porta con sé la voglia di lasciar andare delle parti di sé, condividendole con l’altro, senza aver la paura di "frammentarsi e disunirsi". Questo pensiero è da attribuire al medico psicomotricista Bernard Aucouturier, che nei suoi testi fa riferimento alle angosce arcaiche come angosce che abitano il destino umano sin dalla nascita.

Spesso le famiglie si pongono la questione di come poter aiutare il bambino ad apprendere dove e come fare la pipì. Credo, invece, sia importante comprendere che i bambini non imparano a fare pipì e popò nel vasino (o nel water con riduttore) attraverso un semplice apprendimento di stimolo-risposta o apprendimento imitativo. Non hanno bisogno né di addestramento né di training.

I bambini hanno bisogno di genitori che credono in loro, nelle loro capacità, che rispettano lentamente il loro tempo di crescita e che li osservino e ascoltino, per poi relazionarsi ed allestire l’ambiente in base a quelle che si riscontrano essere le nuove conquiste e le loro nuove necessità.

Ecco che, in un clima di calma e distensione, il percorso verso l’autonomia può essere favorito già da molto prima. Tutto inizia a prendere forma dalle modalità di relazione che i genitori instaurano con il neonato nel suo momento di cura personale ( per continuare anche nel percorso di crescita e sviluppo, almeno fino ai 36 mesi del bambino): è importante che parliate al bambino con un tono delicato, basso, calmo e descrivete con semplici parole qualsiasi gesto ed azione che si andrà a fare nel suo corpo. 

I gesti devono essere accompagnati da dolcezza: dolcezza che significa non semplice gentilezza ma il riconoscimento del fatto che il neonato è sensibile a tutto ciò che gli viene fatto e non può essere manipolato a comodo dalle vostre mani. Queste riflessioni ci vengono offerte dalle pediatre Myriam David e Gènevieve Appel. Fin da piccolissimi, potete così utilizzare qualsiasi gesto spontaneo del neonato per la vestizione: ad esempio, se cogliete il momento in cui il bambino alza il piede per infilargli il pantalone e gli fate notare l’utilità di questo gesto, mano a mano che il neonato cresce, il gesto si trasformerà in una cosciente azione spontanea del bambino e di cooperazione attiva.

Con la sua crescita, nel momento in cui osservate che il bambino ha conquistato autonomamente la posizione eretta, quindi la camminata stabile, il momento del cambio può essere trasferito dal fasciatoio a terra, sul pavimento: cercherete sempre di anticipare con parole i gesti e le azioni ma potrete favorire ulteriormente la sua autonomia e partecipazione attiva. Ditegli “ Togliamo i pantaloni, vuoi aiutarmi?”, “ Bene ora vogliamo provare a slacciare il body? …. Non preoccuparti se non riesci. Ci hai provato.”, “ Adesso dobbiamo slacciare il pannolino. Vuoi provarci tu?”.

Attendete qualche secondo dopo la domanda ed osservate l’azione del bambino, pronti ad accettare in maniera serena anche un suo “No”. “ Chiudiamo il pannolino così lo puoi buttare da solo nel bidone. Vuoi buttarlo tu?”.

E’ ora che l’ambiente bagno va organizzato a sua misura e pensato anche per favorire la sua autonomia nella cura personale.

Poi, nel trascorrere delle settimane, il bambino perfezionerà sempre più la postura eretta, quindi la sua stabilità e i suoi equilibri corporei, trasformando la camminata in corsa e in arrampicata. Questa nuova competenza e capacità può essere accompagnata dalla introduzione nel bagno di una scaletta in legno per permettere al bambino di salire da solo all’altezza lavandino per farsi risciacquare da voi.

Mai dimenticarsi che le parole delicate che anticipano i gesti offrono al bambino previsione, fiducia e sicurezza affettiva.
Ecco che il bagno inizia a trasformarsi in ambiente a misura di bambino: scaletta per lavandino, specchio a sua altezza, pannolini a sua altezza, asciugamano a sua altezza, dispenser del sapone liquido a sua altezza. Questo poiché potete offrire al vostro bambino l’opportunità di iniziare a prendersi cura di sé.

Successivamente, il bambino acquisirà sempre più padronanza del linguaggio; nel momento in cui osservate che il bambino inizia ad essere interessato a comprendere e nominare le parti del corpo, spesso indicandosi e indicandovi ( con il piacere di volerlo fare ed ascoltare più volte), si può introdurre, in momenti di coccole e relax, la lettura di testi di letteratura per l’infanzia che hanno come argomento principale la conoscenza del proprio corpo, la scoperta di sé e delle autonomie in bagno. 

Col trascorrere dei giorni, osserverete il bambino sempre più incuriosito ad osservare che cosa fate in bagno,  a comprendere che cosa sia il water, a che cosa serve, a scoprire il proprio apparato genitale, a capire che cosa sia la pipì e la popò. Inizierà a nominarli, sempre più spesso. E’ forse il momento in cui potete pensare di acquistare o un semplice vasino da porre in una parte accessibile (e fissa) del bagno o un riduttore con scaletta per sperimentare da solo il water di mamma e papà. Questa scelta credo che vada valutata sia in base all’offerta che vi rende più sereni sia alla risposta del bambino: ci sono bambini che non vogliono lasciar andare pipì e popò nel vasino ma vogliono invece lasciarli andare e salutare nel water di mamma e papà.

Iniziate anche a modificare il vestiario del bambino: non più body o salopette o pagliaccetti o jeans  ma vestiti pratici che il bambino può togliere da solo. In questa nuova situazione come vi dovete porre quotidianamente nei cambi? Nel momento del cambio a terra , una volta al giorno, potete serenamente dire al vostro bimbo: “ Vuoi provare a sederti nel vasino? Oppure vuoi provare a salire nella scaletta e sederti sul water di mamma e papà? ….”. Attendete qualche secondo per osservare ed ascoltare ciò che il bambino agirà o comunicherà. I primi momenti saranno di scoperta per il bambino: toccherà, proverà a sedersi e poi scenderà subito, ci butterà solo la carta igienica, vorrà tirare giù l’acqua. Osservateli.

Sempre pronti ad accettare e rispettare il momento in cui lui vi dice “No, non voglio”.
Piano piano, continuando nella sua scoperta e nella sua crescita, capiterà il giorno in cui il bambino vorrà andarci da solo, senza il vostro invito; magari, mentre sta giocando, vorrà andare in bagno e vorrà togliersi il pannolino da solo per sperimentare il vasino.
 Ci sarà quel giorno che la pipì uscirà e allora accogliamola con semplici parole “Grazie. La pipì oggi è arrivata! Ora la salutiamo?”. Ci sarà quel giorno in cui la pipì non uscirà e allora “ Non preoccuparti. Oggi la pipì non vuole uscire. Però tu hai provato a sederti. Sei stato gentile”. Ci sarà quel giorno in cui il bambino, che nel frattempo, avrà già indossato le mutandine e la pipì uscirà addosso.

Cercate di non colpevolizzarlo e non sgridarlo:
mantenendo la calma interiore, indicategli il motivo per cui è successo ciò “ Non preoccuparti: La pipì è uscita nelle mutandine perché tu eri molto concentrato a giocare con le costruzioni e non volevi proprio lasciarle. Però quando la pipì vuole uscire, sai, è un po’ veloce”.
Da qui, se questo percorso verrà sempre accompagnato dalla vostra calma, disponibilità, e se sarete liberi da ogni ansia da prestazione, distesi, allora sarà una continua evoluzione per il bambino, fiducioso in ciò che sta facendo, fiducioso nel vostro aiuto e sicuro di essere amato anche in questo momento in cui ha deciso di crescere.  
Mamme e papà cercate di accompagnarli lentamente, abbiate fiducia nelle loro capacità e nelle loro competenze.
Non forzateli, non anticipateli, non addestrateli e non premiateli. Queste azioni sono quelle che solitamente portano ad avere un comportamento di chiusura nel vostro bambino.

Testi di Letteratura per l’infanzia consigliati alla lettura insieme:
- Dentro di me Fuori di me,14 pagine, cartonato, Franco Cosimo Panini, 2010 ( da 18 mesi)
- Posso guardare nel tuo pannolino?,28 pagine, rilegato, Clavis, 2009 ( da 18 mesi)
- Ma che cos’è questo?,28 pagine, rilegato, Babalibri, 2007 (da 24 mesi)
- Luca usa il vasino,28 pagine, rilegato, Clavis, 2011 ( da 24 mesi)
- Sara usa il water,28 pagine, rilegato, Clavis, 2011 (da 24 mesi)
- Presto! Mi scappa!,28 pagine, rilegato, Clavis, 2016 (da 30 mesi)
- Io vado!,26 pagine, cartonato, Babalibri, 2015 ( da 30 mesi)

 

Dott.ssa Lucia Vichi
Educatrice d’infanzia e coordinatrice pedagogica; Creativa
Coordinatrice Gruppo: Chiediamo consigli educativo-pedagogici per il nostro bimbo 0-3 all'esperta
Shop: www.bebuu.it/lula-creazioni-e-giochi-per-l-infanzia-artigianali
Pagina facebook: www.facebook.com/LulaGiochiArtigianali
 

Sei un'ostetrica, un pediatra, un educatore dell'infanzia, un logopedista, uno psicologo infantile, un nutrizionista, insomma un esperto nel mondo dell'infanzia e hai la passione per la scrittura? Bebuù sta cercando proprio te per la sua nuova rubrica: la parola agli esperti! Ti aspettiamo! Scrivici una mail ad info@bebuu.it per avere maggiorni informazioni.

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